... di Conza nel Convento dei Francescani Riformati
Questa è una storia dalla quale si possono dedurre le colpe di un popolo distratto e disinteressato ai suoi tesori. Tra questi noi annoveriamo senza dubbio il Convento dei Francescani Riformati. A proposito di esso molti anni fa un "amico", per mettere a tacere le insistenze di altri sulla necessità del ...
... suo recupero, disse: "Non è mica il Colosseo!" Ebbene, si può dire che solo l'ignoranza poteva dettare una tale considerazione.
Valore del Convento
Molti sanno che la storia del nostro convento inizia nella prima decade del Seicento quando fu formalizzato l'accordo tra l'Università di S. Andrea et la Riforma di frati minori osservanti di Principato(1) ma probabilmente non è ancora sufficientemente nota e chiara l'importanza che fu attribuita ad esso dalla popolazione santandreana, almeno fino alla sua soppressione.
Ma basta ricordare che:
- nella Chiesa di S. Maria della Consolazione, annessa al Convento, furono sepolte varie centinaia di persone, spesso appartenenti alle famiglie più in vista del paese, sepolte nelle proprie tombe e magari con l’abito del santo poverello;
- il Convento fu un altro centro di riferimento e di cultura per il paese, a volte in contrasto con il Clero locale, e sicuramente più gradito di questo;
- nel Convento esisteva anche una biblioteca di oltre mille volumi, donata dal dott. Potito Cianci a beneficio dei frati e dei santandreani, andata dispersa dopo la sua soppressione;
- svolse un ruolo notevole anche di tipo politico, se non altro in occasione dell'incursione di Crocco e i suoi briganti il 22 aprile 1861.
Purtroppo però, innanzitutto per l'intervento dei "piemontesi" dopo l'unità d'Italia che ne decretarono la chiusura, poi per l'azione dei terremoti, che qui non sono mai mancati, e del tempo, che danneggia ogni cosa, ma anche per l'incuria e il disinteresse del popolo santandreano, ha fatto una ben misera fine.
Intervento di recupero (2004)
Solo alcuni anni fa, dopo la sua acquisizione al patrimonio comunale, è stato realizzato un intervento per tentarne il recupero.
Sono stati spesi 309.874,14 €, sotto il controllo e la supervisione della "Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Salerno e Avellino"
Nell'articolo pubblicato su "il Seminario" n. 3/2004, a firma dell'Ing. Pasquale Roselli, si legge che ...
"Le opere previste ed eseguite sono le seguenti:
- la bonifica e disinfestazione dei siti mediante il diserbo e la rimozione dei resti di masserizie e oggetti d’uso domestico sparsi nella zona;
- lo scavo delle macerie e dei detriti derivanti dai crolli dell’80 e di quelli precedenti accumulati alla base delle murature;
- il trasporto a rifiuto dei materiali inutilizzabili e il recupero sistematico di ogni tipo di reperto suscettibile di riutilizzo e rigenerazione;
- l’accantonamento ed accatastamento in apposite aree dei materiali da costruzione recuperati (materiali lapidei di vario genere: conci di pietra, pietre squadrate e lavorate, ciottoli etc.; elementi di laterizio: mattoni pieni e forati, mattonelle, coppi, piastrelle di maiolica etc.) con selezione dei reperti di particolare valore (portali, ornie, davanzali, architravi, basoli etc. in pietra lavorata);
- l’esecuzione di saggi sulle strutture mirati alla localizzazione di cavità, vuoti ed altri elementi di discontinuità;
- l’esecuzione di indagini e saggi archeologici in aree ben definite e delimitate finalizzati alla individuazione ed alla conoscenza di eventuali
- sopravvivenze strutturali, costruzioni e, in genere, della stratificazione delle strutture più antiche e di strati antropizzati archeologicamente rilevanti; il recupero, la catalogazione ed il restauro dei reperti di interesse archeologico in vista della loro successiva esposizione all’interno dei percorsi espositivi da realizzare;
- la rimozione di manufatti pericolanti o sospesi (porzioni di fabbricati, travi, cornicioni, solai etc.) per garantire l’incolumità del personale addetto ai lavori.
Lo scavo archeologico, da eseguire a mano con sistema stratigrafico, e la sistemazione definitiva del terreno, nonché il restauro degli eventuali reperti d’interesse archeologico saranno eseguiti secondo le modalità stabilite dalla competente Soprintendenza Archeologica.
I lavori di recupero dell’intero complesso hanno avuto inizio nel gennaio scorso, dopo aver esperita regolare gara di appalto, il cui verbale è stato approvato con determina n. 402 del 01.12.2003. L’esecuzione dell’opera è stata affidata alla ditta IOTA Restauro srl con sede in Montefredane ( AV ) per l’importo di Euro 203.671,32.
Il primo lotto dell’opera è stato finanziato, con Decreto del 20.11.2001 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla quota dell’otto per mille dell’IRPEF – annualità 2001, per l’importo complessivo di Euro 309.874,14."
Resoconto nel "Catalogo delle opere recuperate ... con i fondi dell'Otto per Mille"(2)
In questo documento si legge, tra l'altro, a proposito del nostro Convento:
"È stato, poi, effettuato il restauro di alcune strutture (o parti di esse) particolarmente degradate mediante un insieme sistematico di opere al fine di restituire ai ruderi ed ai corpi edilizi l’originaria integrità e logica strutturale provvedendo, laddove le strutture presentavano segni di vulnerabilità, ad ottimizzarne l’efficienza costruttiva con l’uso di materiali e tecniche costruttive omogenei rispetto agli originali.
È stato, infine, previsto l’allestimento di spazi agibili (interni ed esterni) secondo un percorso didattico mediante la fornitura e posa in opera di elementi d’arredo interno ed esterno (pannelli didascalici, segnaletica, ecc.).
Infine si è proceduto alla sistemazione a verde delle aree scoperte e all’arredo urbano."
Situazione attuale
Allo stato attuale, i risultati sono quelli che si possono vedere e che, in parte, sono desumibili dalle foto allegate.
Ci preme tornare ancora sulle due foto (A e B) innanzi riportate.
- La foto A, scattata negli anni '80 e quindi dopo il terremoto (quando si fotografava un po' tutto), è stata ritrovata solo poco tempo fa. Secondo qualcuno ritrae un locale adibito a refettorio. In ogni caso si può notare un pilastro, "aggiunto" presumibilmente in epoca anteriore al terremoto, che regge una sorta di arco con la volta della stanza ancora in discrete condizioni almeno al di là dello stesso arco. Si nota altresì una "macchia" di affresco con un'immagine molto sfocata e solo parzialmente distinguibile. Abbiamo cercato di ingrandirla e di schiarirla (v. foto A1) ma con scarsi risultati. Certamente si nota un drappeggio davanti a un cielo stellato.
- Foto B. Stesso locale fotografato nel corso dei lavori di messa in sicurezza delle strutture del manufatto. Si possono notare ancora: il pilastro che ormai regge solo qualche pietra, la volta quasi completamente crollata e ancora un piccolo pezzo dell'affresco sulla parete di fondo.
Abbiamo ancora appreso da un santandreano che abita nella zona:
- altri affreschi erano presenti in altre stanze e probabilmente perduti;
- nel corso dei lavori eseguiti nel 2004 fu rinvenuta una pietra tombale della quale non si sa nulla.
Per quanto osservato anche da chi scrive queste note, durante lo scavo archeologico (?!?) si poteva individuare la sagoma dell'antica Chiesa di S. Maria della Neve ma nessuna conferma è stata fornita dai responsabili. Inoltre era presente una nicchia nella parete laterale destra dalla forma tipica seicentesca che nel corso dei lavori fu deformata.
Ribadendo che per il nostro paese il Convento può essere considerato più di un Colosseo (per inciso, è il caso di ricordare che, come questo, ha fornito le pietre per la costruzione di altri edifici), non si può che concludere con le stesse considerazioni che Pompeo Russoniello riporta alla fine del suo libro sullo stesso Convento.
... Ci sarà il Comune della pulizia e della conservazione almeno di ciò che avanza?
Diversamente le generazioni future, davanti alle pietre cadenti (e cadute) del Convento, già preda anche di rovinosi arbusti, che con gli anni finiranno di coprire tutta la Casa Francescana, potranno dire con Cesare, che, esaminando le reliquie memorande di Troia bruciata e la sua rocca (Pergamo) ricoperta interamente di macchie di spini, pronunziò l'amara sentenza:
ETIAM PERIERE RUINAE
Lucano, Phars. IX, 969
(Anche i ruderi sono andati in rovina)"
Di seguito, alcune altre foto del Convento
nulla
Note
(1) P. Russoniello, Storia del Convento di S. Maria della Consolazione dei Francescani Riformati a S.Andrea di Conza (16071865).
(2) Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri), Catalogo delle opere recuperate con i fondi dell'Otto per mille a diretta gestione statale, vol. II, Roma, 2007.