... Scolamietro: il maestro
Riprendiamo, ancora una volta, un post di Gerardo Vespucci, sempre per evitare che si perda nei meandri di FB, ma anche per ricordare una persona che ha dato tanto al nostro paese e merita di essere ricordato.
Caro Antonio,
sono passati dieci anni da quando decidesti che la vita ti aveva dato ...
... tutto e che se avessi continuato a resistere, consumando nuovi passi, avresti dovuto solamente prendere atto dell'impotenza a contrastare i tempi tristi che tu, con la tua caratteristica capacità anticipatoria, già intravedevi (e che puntualmente son arrivati).
Dieci anni sono tanti, sono un bel pezzo di vita: chissà quante cose avresti saputo inventare, tu che non ti sei persa una sola novità: la prima scuola di musica; il primo gruppo di musica classica con strumenti elettronici; il primo - ed unico - negozio di dischi e strumenti musicali; il primo computer, la prima insegna luminosa digitale; il primo telefonino ... l'avventura con le stampanti e il riciclo delle cartucce a getto d'inchiostro.
Non ti fermavi mai, sempre in anticipo sui tempi!
Purtroppo, nemmeno tu fosti in grado di capire (come tanti altri di noi, in seguito, ma per altre vicende!) che chi anticipa i tempi resta solo. E solo sei rimasto nei tuoi ultimi anni, e, dispiace dirlo, solo sei stato anche in tutto questo tempo: ben altra attenzione e ben altri omaggi avresti meritato, se fosse dell'umano la riconoscenza. Purtroppo, si sono imposte altre regole linguistiche, le parole hanno perso il loro valore originale: i mediocri hanno conquistato la notorietà, chi si è svenato in mille iniziative pubbliche e private è stato dimenticato.
Ed allora, come già feci qualche anno fa, mi sono ricordato di questa straordinaria poesia che ti dedico guardandoti negli occhi, cercando di scorgere in quello sguardo intelligente e profondo qualche indicazione per non perdere la rotta in questo viaggio che ancora ci resta da affrontare.
Ciao, caro Antonio, cugino per caso, amico per scelta, per ben 61 lunghi anni!
Gerardo Vespucci
Piccolo threnos
[canto funebre di Edoardo Sanguineti per il grande musicista Luciano Berio... ]
Le stanze che tu ci abiti, adesso (adesso, voglio dire, che ci abiti tu, lì tutto tanto solo, ormai), sono piene di musica: (di musica tua, voglio dire): (di te, che sei stato la musica, per me, per tutti, per anni e anni, qui):
(e lo avrai verificato subito, certo, che non c’è un dio, non una dea, da nessuna parte): (nemmeno una microcamena della musica, voglio dire, niente): (e ti suppongo più tranquillo, un po’, così, non so):
(ma lo sapevi, poi, che i mortali, agli immortali, ci sta scritto da sempre, non è lecito (non lo sarebbe, voglio dire, comunque), piangerli, neanche, mai): (ma se è per questo, poi, però, ci pensiamo qui noi, adesso, per fortuna, per forza):
Edoardo Sanguineti