Dopo aver pubblicato il libro sulla sua vita, "Metamorfosi a metà", molto apprezzato, che abbiamo positivamente recensito su questo sito, l'amico Pasquale Russoniello mi ha inviato alcune poesie che mai avrei pensato avesse scritto! Mi sono molto piaciute e pertanto voglio condividere anch'esse (per ora solo le prime due).
LAMBRUSCO GRASPAROSSA
Oggi mi è capitato di bere, tra una frappa e l’altra,
mezzo bicchiere di Lambrusco Grasparossa, ...
... quando da militare ne feci,
a ventuno anni, la “conoscenza”.
Quel vino dalla tonalità intensa,
vivace e corposo allo stesso tempo,
mi rimase subito nella mente,
tale da ricordarlo all'improvviso oggi,
a distanza di tempo.
Da quel vermiglio colore, inoltre, quasi per magia,
il ticchettio del torchio è spuntato mentre,
le vinacce del nostro Aglianico,
mio padre ed io, dopo la svinatura,
sereni, stavamo “spremendo”.
Quei profumi e quei sapori,
di entrambi i vini fragranti e diversi,
mi suggerirono già allora
di saper della vita apprezzare,
tutti i felici stati d'animo,
ogni volta che capiti, si presentano,
ovvero, come Orazio diceva, "Carpe diem".
IL GELSO NERO
C'era una volta, nella campagna di nonna di Filomena,
un grande albero dai gelsi neri.
Sembrava un vecchio addormentato su un lato,
con il grosso tronco poggiato sul prato.
Largo e leggermente in salita,
era diventato la strada per grandi e piccolini.
Vi salivamo tutti, tranquilli e beati,
per giocarci tra i rami
ed i suoi frutti assaporare.
Forse una forte tempesta l’aveva steso per terra,
ma non gli aveva tolto vigore
per produrre per anni,
ancora abbondanti gelsi.
Erano questi dei prelibati frutti
con cui cogliendoli
si tingevano le mani, le labbra ed i denti,
di un colore scuro.
Chissà come è ridotto ora
il caro vecchio,
non avendo avuto più nessuno
che gli camminasse addosso.
Rimasto è di esso,
comunque un bel ricordo impresso,
per i giochi che vi facevamo sopra,
anche quando non aveva frutti,
per una stagione avversa.
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