C'era una volta un bambino che si chiamava Rorò. Era un bravo bambino ma era molto timido e, forse, un po' tonto (cioè "nu poche ...

Un giorno, quando aveva 6 o 7 anni, si trovò insieme a Ninì e Cocò, che erano del tutto impegnati a fare i loro calcoli, e che proposero a Rorò di partecipare alla colletta, che avevano organizzato, per raccogliere i fondi da destinare all'acquisto di un bel pullman.

Avevano praticamente la stessa età di Rorò (pochi mesi di differenza, in verità), ma frequentavano già una classe superiore e Rorò ne aveva quindi un notevole rispetto, se non timore. La somma che ognuno doveva versare ammontava a 10 lire.

Il pullman doveva servire per portare i bambini del paese nelle varie gite che si sarebbero organizzate, nei posti più disparati del circondario.

Rorò, ovviamente, non poteva dubitare delle intenzioni dei due e si mostrò entusiasta dell'idea. Assicurò che si sarebbe procurato la somma necessaria e l'avrebbe loro consegnata. Cosa che, se pure con qualche difficoltà e sacrificio, puntualmente fece.

Purtroppo però quel pullman non arrivava mai e vane risultavano le richieste di Rorò di avere delucidazioni sul suo acquisto.

È ovvio che Rorò era stato ingannato e quel pullman non si sarebbe mai visto. Col tempo si rassegnò e capì che i due manigoldi si erano comportati come il gatto e la volpe con Pinocchio.

Fu una vera truffa e un raggiro che dispiacque molto all'ingenuo Rorò. Ma la lezione non fu inutile e Rorò crebbe con la consapevolezza che non bisogna mai fidarsi di coloro che propongono obiettivi grandiosi e straordinari chiedendo in cambio appoggio e magari un finanziamento.