Da 'il Seminario' n. 3/2021
Benevento, Centro “La Pace”, 30-31 agosto 2021
«I l confronto è stata un’esperienza importante perché ha riunito ventotto vescovi delle aree interne. Dobbiamo innanzitutto prendere coscienza di essere una realtà ecclesiale che ...
... si differenzia da altre realtà ecclesiali di grandi agglomerati urbani per tipologia, tradizione, esigenze spirituali.
Il primo frutto maturato in questi giorni è che il problema delle Chiese delle aree interne riguarda una buona fetta del territorio italiano. L’esperienza nata nella nostra Metropolia beneventana, con i vescovi irpini e sanniti, in qualche modo è stato allargata ad altre realtà ecclesiali. Dal confronto sono emerse le criticità ma anche le potenzialità.
Queste potenzialità sono innanzitutto nostre e possono trovare una maggiore espressione in una reciprocità con le aree urbane, ma non dobbiamo aspettare le realtà urbane per svegliarci o per sopravvivere. Nella reciprocità, diamo e, allo stesso tempo, riceviamo. Riscoprendo la reciprocità ecclesiale, sociale, economica e politica, si ravviva non solo l’area interna, ma si ravviva il tessuto sociale italiano.
Da terre dell’osso, descrizione di Manlio Rossi Doria, a polmone del paese, come Mons. Stefano Russo ha definito le aree interne, è un grosso passo avanti».
Con queste parole mons. Pasquale Cascio ha voluto sintetizzare la due giorni vissuta il 30 e il 31 agosto scorsi a Benevento presso il Centro “La pace”, su iniziativa di mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento. L’evento è frutto di un cammino intrapreso dai Vescovi della Metropolia di Benevento nella primavera del 2019, con il documento “Mezzanotte del Mezzogiorno? Lettera agli Amministratori”, nel quale si metteva a fuoco il persistente e grave ritardo nello sviluppo delle aree interne e si chiedeva un progetto che privilegiasse l’interesse comune.
I lavori erano iniziati con la lettura della missiva inviata da Papa Francesco per l’occasione. Il pontefice esorta i pastori: «Il vostro ritrovarvi, nella comunione e nella fraternità, è occasione propizia per affrontare con audacia problemi delle vostre comunità e del territorio nel quale siete inseriti. Non stancatevi di testimoniare alle persone affidate alla vostra cura episcopale l’amore che sperimentate nell’incontro con Gesù». In più, sottolinea il punto di vista fondamentale: «Abbiate uno sguardo preferenziale alle situazioni più disagevoli e a quanti vivono in condizioni precarie.»
La Conferenza Episcopale Italiana aveva fatto propria la richiesta di dialogo e confronto proveniente da tali zone ed è stata rappresentata da Mons. Stefano Russo, suo Segretario generale. Nella sua introduzione, ha sostenuto: «Le Aree interne non sono un minus rispetto agli altri territori. Rappresentano invece una ricchezza assoluta, se ben valorizzate e restituite alla loro dignità».
Ha voluto anche soffermarsi in modo forte sul ruolo esercitato dalla Chiesa in queste zone marginali geograficamente in favore della collettività: «Spesso le nostre comunità rappresentano per queste Aree, costrette a confrontarsi con dinamiche di marginalizzazione e di spopolamento, uno dei pochi punti di riferimento - talvolta l’unico - anche a livello sociale. È un’attenzione, dunque, che nasce dall’interno dell’esperienza ecclesiale, dall’attitudine al radicamento nei territori, dall’esigenza di coniugare sempre dimensione locale e apertura universale».
Buona parte del tempo a disposizione è stato dedicato al dialogo fraterno tra i presuli. Non sono mancati esternazioni di preoccupazioni e necessità, ma anche la narrazione di buone pratiche o nuove risposte alle vicissitudini insorgenti e condivise.
I lavori sono stati chiusi dalla firma di un messaggio comune, di cui si riporta il testo integrale.
Messaggio finale
“SENTINELLA, QUANTO RESTA DELLA NOTTE?”
AREE INTERNE TRA PASTORALE E PROGETTI DI RISCATTO
Riuniti a Benevento, sul monte delle Guardie, posti da Dio quali sentinelle del suo popolo, abbiamo anche noi udito il grido da Seir: “Sentinella, quanto resta della notte?” (Is 21,11).
Già, quanto ancora dovremo attendere? Come pastori delle diocesi in cui ricadono alcune aree più marginalizzate del Paese, che appartengono a dieci regioni, abbiamo ascoltato la sofferenza e le attese del nostro popolo dovuta al progressivo spopolamento di molti centri e all’assenza dei servizi fondamentali. In uno stile sinodale abbiamo condiviso il senso di frustrazione delle nostre popolazioni e l’abbandono da parte delle istituzioni.
I problemi maggiormente evidenziati sono diritti progressivamente negati, quali la salute, l’istruzione, il lavoro, la viabilità, l’ambiente salubre, le interconnessioni. Le comunità cristiane, spesso unico presidio e riferimento dei territori marginalizzati, sentono l’urgenza di contribuire al riscatto umano e sociale delle popolazioni di queste aree, declinando il Vangelo in modi sempre adeguati alla concretezza della realtà.
Dopo questo ascolto, accogliendo l’invito del papa, che ci esorta ad attingere “sempre nuovo entusiasmo dalla fede in Gesù, il maestro paziente e misericordioso” e “a non lasciarci paralizzare dalle difficoltà” (Messaggio di papa Francesco ai Vescovi riuniti a Benevento), abbiamo deciso di rivolgere un messaggio alle nostre comunità e alle istituzioni.
A voi fratelli e sorelle, che abitate nelle aree interne, manifestiamo tutta la nostra prossimità, l’incoraggiamento a rendervi protagonisti di una nuova stagione di sviluppo, che non può realizzarsi senza un impegno comune.
Vi invitiamo a fare rete, uscendo dalla logica dei campanili, vivendo la fraternità e la solidarietà. Alle nostre Chiese locali chiediamo di vivere il prossimo cammino sinodale come una opportunità preziosa per ascoltare i nostri fratelli afflitti da storiche e incalzanti difficoltà, avviando così processi che portino a una pastorale specifica con uno sguardo attento alle realtà rurali. In questo recuperato slancio missionario ci impegniamo a
- costruire un volto di Chiesa battesimale, partecipativa, coinvolgente e coraggiosa, in cui il contributo dei laici, e delle donne in particolare, venga adeguatamente valorizzato;
- costruire ponti con le istituzioni nazionali e periferiche;
- collaborare con gli attori istituzionali nella Sperimentazione nazionale delle aree interne (SNAI) e nella applicazione delle Zone economiche speciali (ZES);
- adottare soluzioni pastorali capaci di formare le coscienze a vivere questo tempo di semina nella prospettiva di una solidarietà circolare; questo è particolarmente vero per la drammatica pandemia in atto.
Alle istituzioni nazionali, regionali e locali, alla vigilia dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, chiediamo di disegnare un nuovo modello di sviluppo, equo e condiviso, in cui le aree interne possono diventare concretamente “il polmone del Paese” (mons. Stefano Russo, segretario generale CEI), offrendo risorse e disponibilità a costruire intorno alle loro potenzialità di carattere naturale, paesaggistico, storico, religioso e culturale una vera prospettiva di riscatto.
Auspichiamo
- che le risorse finanziarie contribuiscano alla realizzazione di opere fondamentali, facendo in modo che partano dalle zone più remote e raggiungano il centro;
- che la diligenza dei fondi europei in arrivo non venga assaltata scompostamente, ma possa arrivare a destinazione con una distribuzione equa e trasparente;
- che la cultura delle competenze prevalga sulla prassi del ricatto elettorale e del clientelismo;
- che la tutela dell’ambiente, spesso lasciato a se stesso nelle aree meno antropizzate, contribuisca a ridurre i rischi di calamità naturali e a produrre uno sviluppo sostenibile.
Nella consapevolezza che “non c’è nulla che sia più ingiusto quanto fare parti eguali tra diseguali” (don Lorenzo Milani), affidiamo queste riflessioni alle nostre Chiese, a quanti hanno a cuore e a quanti hanno in mano le sorti del Paese, nella fiducia che non resteranno lettera morta. “La carità, animata dalla speranza, sa guardare con tenerezza l’oggi e, con umiltà, rendere nuove tutte le cose” (Messaggio di papa Francesco ai Vescovi riuniti a Benevento).
Benevento,
30-31 agosto 2021
Vescovi per le Aree interne