... ancora alle spalle: il futuro che non c’è
“Dall’industria al turismo, dalle scuole ai trasporti, mi sono perso in un bellissimo sogno”
A 43 anni dal terribile sisma, vogliamo riproporre questo articolo, a firma dell'amico Gerardo Vespucci, apparso sulle colonne de "Il quotidiano del Sud" il 22 novembre 2020, che ci sembra ancora illuminante ed attuale, come pure il suo commento di ieri (22 nov 2023) proprio per capire che non si vuole ricordare il passato ma, appunto, pensare al futuro..
Gerardo Vespucci
23 novembre 2020, in Alta Irpinia, come in ogni parte d’Italia, non si parla altro che del Covid, del numero di persone infettate dal virus, di posti letto disponibili negli ...
... ospedali di Sant’Angelo dei Lombardi e di Bisaccia, di numero di stanze pronte per la terapia intensiva, del numero di medici specialisti disponibili e di infermieri: la situazione, qui da noi, per fortuna, è sotto controllo, grazie ad una discreta politica di welfare che da 40 anni, da dopo il terremoto dell’80, va avanti nei nostri territori.
Quarant’anni fa, invece questa parte d’Italia, povera ed arretrata, tanto che i soccorsi immediatamente allertati ebbero difficoltà a raggiungerci, divenne tristemente famosa per lo scatenarsi di un terremoto mai visto nell’intero secolo scorso: io, giovane di 25 anni, ero presente quella sera tragica, e tutti toccammo con i nostri corpi il significato veritiero dei versi del libro VI del De rerum natura di Lucrezio: “[…] i terremoti preludono alla rovina finale. A volte i venti sotterranei squarciano la terra … vengono terrorizzati anche gli uomini i quali credono che il cielo e la terra saranno incorruttibili e destinati a una salute eterna”.
L’area più colpita 40 anni fa, escluso 4 o 5 comuni della valle del Sele (Castelnuovo, Santomenna, Laviano, Palomonte e San Gregorio) ed un paio della Basilicata (Pescopagano e Balvano), corrisponde in massima parte proprio all’area oggi nota come Area Pilota Alta Irpinia: 25 Comuni della Provincia di Avellino da Montella a Lacedonia.
Grazie a tante congiunture positive, tolto il virus, che prima o poi spazzeremo via, possiamo dire con fierezza che da noi le cose vanno bene!
E c’è un dato che meglio rende veritiero questo giudizio: nonostante il turn over nascite/morti, gli inevitabili flussi migratori che spontaneamente portano verso le grandi città, specialmente del Nord, la popolazione di questi 25 Comuni è sostanzialmente rimasta invariata nel tempo: 80.500 nel 1981; 76.400 oggi!
Questo risultato sa di incredibile, tenuto conto che gli esperti di statistica, alla luce dei processi economici e sociali che si sono attivati da allora ed accelerati poi soprattutto con la crisi finanziaria del 2007, ci dicono che questi nostri paesi avrebbero dovuto avere massimo 60.000 abitanti: quindi, da noi ci sono circa 20.000 abitanti in più! Ed infatti, i nostri paesi sono pieni di bimbi festosi, i giovani sono presenti in mille manifestazioni, le scuole sono piene e, mentre altrove si riducono le classi e si perdono le presidenze, da noi tutto procede con normalità. I laureati e diplomati non hanno bisogno di emigrare perché trovano facilmente lavoro in loco, specie nelle aziende più innovative.
Inoltre, anche quei laureati eccellenti che altrove hanno dato vita alla così detta fuga dei cervelli, da noi possono invece scegliere liberamente se andare via o restare, poiché da anni sono attivi degli avanzati centri di ricerca, anche grazie alla attivazione ovunque della fibra ottica.
I nostri giovani scienziati possono convergere dai loro comuni di residenza , in meno di 20 minuti nei comuni baricentrici infatti: a Montella si è realizzato un centro in informatica, anche in sinergia con la pluripremiata Acca software, azienda di fama mondiale nei software connessi all’architettura e all’edilizia, allocata nel PIP di Bagnoli; a Lioni uno di ricerca in meccatronica, in sinergia con Paolo Scudieri che sta realizzando il Borgo 4.0 per la realizzazione dell’auto del futuro; a Sant’Angelo dei Lombardi uno in scienze della Terra, in sinergia con l’INGV, che ha anche un’altra sede a Grottaminarda; a Calitri - in onore dell’anatomo patologo A. M. Maffucci, premio Nobel mancato per le scoperte sulla tubercolosi – uno in biologia molecolare e farmacologia (anche!) in collaborazione con l’azienda Altergon di Morra De Sanctis e con il Biogem di Ariano; a Lacedonia in elettronica con il sostegno dell’azienda OMI, l’industria aerospaziale italiana punto di riferimento a livello mondiale.
Insomma. Se teniamo conto della qualità discreta della ricostruzione pubblica e privata e se aggiungiamo che lo sviluppo realizzato è omogeneo su tutto il territorio ed è fortemente connesso al territorio c’è da essere soddisfatti.
Infatti, la ricerca di lavoro è facilitata dalla straordinaria varietà di possibilità.
I boschi di Verteglia, ad esempio, alimentano l’industria del legno che produce legnami di pregio per le aziende dell’area industriale di Calitri. I castagneti di Cassano, Montella, Bagnoli, Calabritto, le tante piccole aziende dolciarie (con la lavorazione anche di funghi e tartufi); i noccioleti di Caposele, Calabritto e Senerchia producono per la Ferrero dell’area industriale di Sant’Angelo.
Ed ancora, gli uliveti della Valle del Sele sostengono, grazie anche ai i frantoi di Caposele, gli oleifici dell’area industriale di Calabritto, ove prospera anche un ottimo conservificio che utilizza i pomodori della piana di Quaglietta.
I caseifici di Montella, Bagnoli, Lioni, che lavorano latte vaccino ed ovino, a cui si aggiungono quelli di Carmasciano vicino Guardia dei lombardi, che utilizza il latte della pecora Laticauda, e di Calitri, che raccolgono il latte vaccino del Formicoso, prodotto da mucche alimentate da fieni liberi da trattamenti chimici invasivi, vendono i loro prodotti in tutta Europa, grazie soprattutto al commercio on line.
I vitelli di razza podolica, liberi al pascolo e presenti un po’ ovunque, oltre agli allevamenti di suini di Calitri, producono carni di qualità con prodotti sani e controllati, apprezzati e commercializzati ovunque.
Tra Bisaccia ed Aquilonia è nato un pastificio a km zero, grazie al grano Senatore Cappelli, seminato in gran messe su tutto il Formicoso, che sostiene anche tutta la filiera con i tanti prodotti dei panifici di Calitri, che usano, le farine del grano molito a pietra dai mulini del PIP della stazione di Calitri.
Le aziende disseminate nelle aree industriali lungo la valle dell’Ofanto e l’Ofantina (Calitri, Nerico/Pescopagano, Conza, Morra, Nusco-Lioni,) oltre a Sant’Angelo-Torella, Calabritto e Lacedonia/Calaggio) ospitano circa 3000 lavoratori, in gran parte giovani e del luogo, anche con competenze medio alte, diplomi o lauree, specie in quelle più avanzate nel settore della meccatronica o come la farmaceutica Altergon.
In alcune di queste aree industriali, quelle poche aziende che hanno avuto difficoltà sono state subito sostituite da altre impegnate, soprattutto, nel ciclo dei rifiuti, dalla plastica al vetro.
L’artigianato ha saputo tenere e rinnovarsi grazie alle nuove tecnologie che le ha rese quasi tutte tradizionali ed innovative insieme: e così i lotti PIP sono quasi tutti saturi, consentendo la produzione di infissi in legno o alluminio, la produzione di ceramica, di ferro battuto e della pietra. Stimolati dal Covid, qualche azienda del settore tessile ha modificato l’attività, ed ora si sono connesse alla produzione di mascherine o di sartoria per ospedali.
I trasporti, poi, sono migliorati di gran lunga: la Fondovalle Sele consente immediatamente la comunicazione tra il porto di Salerno e la FIAT di Melfi per le bisarche che trasportano le nuove Jeep e la nuova 500, proprio per la realizzazione dopo il terremoto della terza corsia della vecchia Ofantina che da Lioni porta al bivio per Monticchio. Il turismo, poi, sia religioso che naturalistico e storico, è in forte espansione, dal borgo medievale di Quaglietta alle cascate di Senerchia e Calabritto, da Materdomini al Goleto, dal Borgo di Rocca all'oasi di Conza, dal parco archeologico di Conza ai castelli di Torella, Sant'Angelo dei Lombardi, Morra, Sant'Andrea, Calitri, Bisaccia e Monteverde, è tutto un flusso di gente ed i bed and breakfast come gli agriturismi sono spesso tutti pieni. La produzione di energia alternativa, infine, rappresenta davvero un fiore all’occhiello, con una saggia integrazione dell’eolico e del solare con il paesaggio: gli inevitabili disagi sono stati ampiamente ripagati dai ristori ai privati ed ai comuni che li ospitano, grazie ai circa 130 milioni di euro di fatturato l’anno.
Con questi fondi aggiuntivi, si è potuto sostenere una efficace politica sociale, sia verso i bambini di famiglie disagiate che verso i disabili e sia verso la popolazione anziana: ma, grazie ad operatori sociosanitari con diverse competenze, si son potute creare diverse soluzioni di medicina sociale sul territorio che hanno interagito con i medici di base o con quelli ospedalieri: la grande ed innovativa idea di Monteverde di ospitare i disabili di ogni tipo e di ogni parte del mondo ha creato da sola una possibilità occupazionale di centinaia di giovani.
E d’estate, grazie a questa florida economia, ovunque si svolgono spettacoli, tutti coordinati tra di loro, sostenuti finanziariamente da sponsor, a partire dal teatro di Sant’Andrea e Cairano, passando per il jazz di Caposele e finire allo Sponz festival di Calitri. E grazie ai tanti “mecenati” si reggono bene i musei della ceramica di Calitri, della civiltà contadina di Aquilonia e della civiltà materiale, messo su dal preside Aldo Marandino presso il Goleto, già nel 1981.
Ecco: 40 anni dopo, il terremoto è alle spalle; grazie alla generosa solidarietà dei privati e dello Stato, che investì ben 16.000 miliardi di lire, tutto sembra funzionare al meglio e la vita si svolge secondo il ritmo delle stagioni con una serenità mai provata prima.
Tutti i nostri paesini sono diventati più belli e più civili, pieni di gente, più puliti, ricolmi di giardini e di alberi, laddove prima c’erano spazi squallidi e strade sconnesse.
Peccato che mi sia svegliato, mi sono perso davvero in un sogno bellissimo!
In memoria non solo dei morti della tragedia del 23 novembre 1980, ma ai feriti dentro, che hanno donato i loro anni migliori, per fare più belli i nostri martoriati paesi e sono stati sconfitti.
Gerardo Vespucci
COMMENTI
Gerardo Vespucci 22 nov 2023, 17,56
Purtroppo, 43 anni dopo - domani è 23 novembre 2023! - sembra quasi che il terremoto non interessi più nessuno. Ma anche questa è una affermazione tanto roboante quanto insignificante: ben altre dovrebbero essere le domande!
Ad esempio, c'è qualcuno che si è interrogato in questi anni su chi e come abbia trasformato i nostri paesi, a partire da Sant'Andrea di Conza?
Per restare al nostro paesello, chi ha visto il DVD realizzato da Donato Cassese nel 25esimo anniversario, dove si fa comprendere bene quanta fortuna - il caso!! - abbia aiutato i nostri concittadini evitando lutti e feriti che in quella sera assurda ci circondarono in ogni direzione?
Chi ha capito i crolli che ci furono?
Chi ha pensato alle mille riunioni ed assemblee che si resero necessarie per riorganizzare la speranza: ricostruzione e sviluppo? Chi ha memoria delle centinaia di volontari che ci diedero una mano?
Gli amici delle Province di Siena Lucca e Massa chi li ricorda?
Chi ricorda il prefabbricato dell'ARCI - luogo di mille iniziative - dono degli amici dell'ARCI di Milano grazie ad una sottoscrizione degli operai del CRAL Rizzoli?
Chi ricorda il segretario dell'ARCI di Milano, Patrizio Monticelli, che scese per giorni da noi per capire come aiutarci e chiamò il figlio appena nato Andrea - , e che convinse Fulvia Serra direttrice di Linus ad inviare un fumettista e così giunse a fine settembre 1982 Sergio Staino?
Chi conosce tutta la dialettica politica amministrativa di quegli anni tra la DC che amministrava e le opposizioni PCI-PSI, grazie alla quale si produssero il Piano di Recupero per la ricostruzione privata, le opere pubbliche, il PIP, il PEEP?
E potrei continuare per pagine e pagine, tante furono le cose realizzate e le scelte compiute.
Questa è la nostra colpa, di chi sapendo ha voluto dimenticare, anziché trasmettere!
Ma la pena è dei giovani, tutti quelli che erano ragazzini nel 1980 o sono nati dopo: costoro vivono un territorio che ha conosciuto il più grande sconvolgimento della sua Storia (senza esagerazione!) e ne ignorano cause e pretesti e le attuali conclusioni e come l'asin bigio di Carducci in Davanti San Guido, "tutto quel chiasso ei non degnò di un guardo e a brucar serio e lento seguitò"!
Da questa damnatio memoriae, si è scavato un solco sempre più ampio - amplificato dai moderni mezzi digitali - con l'assoluta incomunicabilità che priva ulteriormente i nostri paesi delle energie necessarie per riprendere a vivere e magari prosperare.