... Sant'Andrea di Conza: tipicità del nostro paese
Riproponiamo questo articolo, vecchio ma in veste grafica rinnovata, perché lo crediamo sempre attuale e, soprattutto, utile per chi trascura e sottovaluta una caratteristica importante del nostro paese. In fondo all'articolo una nutrita serie di "gafij".
Tra le caratteristiche tipiche dell'edilizia santandreana un rilievo particolare assunsero nel passato i cosiddetti "gafij".
In epoche nemmeno poi tanto remote, le abitazioni, dove sovente si viveva in condizioni precarie e di ...
... sovraffollamento, saranno state poco più che tuguri. Avevano, in genere, la consistenza di qualche membro “sottano” e, qualche volta, “soprano”, accessibile tramite una scala esterna e relativo gafiö, sotto il quale era ricavata l’immancabile roddrä, magari per allevare qualche gallina oppure un maiale.
Le "roddre" assumevano appunto un particolare significato perché erano un importante indicatore del modo di affrontare le difficoltà della vita essendo volte all'autosostentamento delle famiglie.
Il vocabolo "gafio", diffuso anche in altre regioni centro - meridionali, viene ritenuto di origine longobarda e derivante da “waif”. Il suo significato, a partire da “comune, non appartenente a nessuno”, si è evoluto fino a definire significati più ristretti come “vicolo, angiporto” oppure “ballatoio, terrazzino pensile, bastione”(1), più vicini a quello usato nel dialetto santandreano. I criteri e le motivazioni che portarono all’utilizzo e alla larga diffusione della scala esterna e del gafiö risultano ignote. Per quanto detto, potrebbero spiegarsi con il perdurare di una tradizione antica ed anche con la semplicità della soluzione che, nel consentire l’accesso al piano superiore dall’esterno, faceva evitare l’interruzione dei solai oltre che, naturalmente, occupare un po’ di suolo pubblico molto spesso poi inglobato nell'abitazione.
È certo, invece, che a S. Andrea erano presenti in quasi tutte le costruzioni disposte su due livelli e rappresentavano una peculiarità del paese. Oltre quelli ancora esistenti (numerosi specialmente in Via Roma, Via Mazzini e Via Seminario Vecchio, ove prevale l’orientamento verso Mezzogiorno), bisogna ricordare quelli chiusi e inglobati nelle abitazioni in epoche più o meno recenti (alcuni dei quali sono indicati nella tabella riportata di seguito).
È presumibile che inizialmente i parapetti fossero realizzati in muratura mentre solo successivamente furono adottate per essi le ringhiere in ferro. Qualche volta il parapetto mancava del tutto. In ogni caso le tipologie erano le più diversificate, come ancora oggi si può verificare in molti punti del paese: ne esistevano di grandi e piccoli, alti e bassi, con una o due roddre, a sbalzo o in linea, ortogonali o paralleli alla parete, imponenti o modesti, comuni o ad uso esclusivo, a volte coperti a mo' di portico ma in genere scoperti.
In qualche caso erano arricchiti persino da una pergola, in genere di uva fragola, che procurava, oltre alla frutta, anche l'ombra nelle assolate giornate estive. Quasi sempre rispondevano alle esigenze dei proprietari ovvero delle abitazioni che dovevano servire, più che a uniformarsi a qualche regola. Come già detto, quando si poteva (leggi "quando si riusciva a ricoprire un posto di potere") venivano chiusi e inglobati nell'abitazione con conseguente estensione della stessa su luogo pubblico. Oltre all'uso più proprio (consentire l'accesso alle abitazione) venivano utilizzati anche per altri scopi. Si ha notizia, ad esempio, della consuetudine di accendervi il fuoco per cucinare ed, a volte, da usare per i bisogni, specie dei bambini. In definitiva erano significativi e importanti per la società santandreana del passato e non possono essere dimenticati.
Alcuni gafii non più esistenti:
Proprietà | Strada | P.lla(2) | Epoca di rimozione |
Bozzone | Santa Sofia | 93 | anni ’50 |
De Guglielmis | Piazza Umberto I | 175 | anni ’50 |
Iannicelli | Le Grotte | 176 | anni ‘50 |
Tamburelli | Le Grotte | 178 | dopo terremoto 1980 |
Schiavone | Le Grotte | 179 | dopo terremoto 1980 |
Frino-Salandra | Seminario Vecchio-Piazza Umberto I | 322 | Inizi ‘900 ? |
Bellino | De Sanctis | 372 | Inizi ‘900 ? |
Zarra | De Sanctis | 379 | Inizi ‘900 ? |
Villani-Matta | Orsini | 386 | ? (dopo terremoto 1980 eliminato definitivamente) |
Asilo infantile e Cignarella | Seminario Vecchio | 419 | 1860 circa ? |
Di seguito una nutrita serie di ... gafij.
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1 - Cfr. A. R. Staffa, Forme di abitato altomedievale in Abruzzo. Un approccio etnoarcheologico, in AA. VV., Edilizia residenziale tra V e VIII secolo, “Documenti di archeologia”, IV, SAP, 1994, p. 72.
2 - Foglio di mappa n. 5.