Tratto da "la fonte" n. 3/1977
Un cultore di studi umanistici
Vogliamo iniziare questo nostro lavoro riportando quanto lo scrittore Luigi Limongelli, alunno del Vicario Giorgio, ebbe a dire di lui sul giornale "Il Popolo di Roma", il 31 luglio 1936: "Il maestro era il nostro amico, ormai. Ma noi lo ricordiamo meglio quando sedevamo innanzi a lui, nei banchi della scuola. Diritto, misurato, viso severo. La scolaresca zittiva. I condiscepoli ...
... conferivano vicino alla cattedra. Incuteva soggezione, ma tutti lo amavano. Bisognava sapere, ecco tutto! E bisognava sapere perché Egli una lezione difficile la trasformava in argomenti piacevoli. E quando uno di noi restava nel dubbio, chi soffriva era Lui, il maestro, che cambiava di umore e di colore. Di questa sua dottrina se ne avvalsero molti, dai discepoli ai professori, ai Vescovi ai Cardinali. Ma egli restò sempre nellombra. Nessuno seppe spianargli la via della notorietà. Se questo fosse stato tentato o fatto, molto se ne sarebbe giovato larte ed anche la scienza".
Basterebbero queste parole, per illustrare la figura di questo personaggio, insigne maestro a molti giovani di ginnasio e liceo.
Egli impartiva ai suoi alunni un certo discorso, era loro amico, anche se molto esigente, faceva sì che già alla loro età fossero maturi per affrontare la vita. Noi non possiamo non provare ammirazione per questo grande uomo e maestro, perciò con entusiasmo abbiamo fatto delle ricerche per conoscere la sua biografia che esponiamo brevemente.
Michele Giorgio nacque in S. Andrea di Conza il 22 maggio 1865. Trascorse la sua prima fanciullezza nella sua cittadina natale e, completato il corso delle elementari, iniziò gli studi superiori nel Liceo del nostro Seminario. Qui ben presto conquistò la simpatia dei suoi insigni professori, perché era sempre il primo della classe e si distingueva per intelligenza, educazione, impegno costante, doti che gli fecero acquistare presto una cultura. Divenne sacerdote e si distinse subito per la sua bontà e per lo zelo con cui esercitava il sacerdozio. Meritò la fiducia dei Vescovi del tempo e verso il 1889 dall'arcivescovo Mons. Salvatore Nappi fu nominato docente nel seminario, dove rimase per ben cinquant'anni ad insegnare. Più tardi fu Canonico ed Arcidiacono del capitolo di Conza e assolse questo incarico con dignità. Nel 1900 fu prescelto da Mons. Angelo Acocella per la compilazione in latino del processo per la canonizzazione di San Gerardo Maiella. Tale fu il suo zelo che venne fuori un capolavoro. Infatti il Sommo Pontefice Leone XIII, che era un grande latinista, rimase meravigliato, lodò la sua bravura, dicendo: "Ma chi è questo Cicerone?"
Gli inviò una medaglia di argento e lo nominò suo Cameriere Segreto Soprannumerario.
Da profondo cultore di classici italiani, latini e greci, si rese conto che in Italia mancavano buoni dizionari e si diede con passione alla compilazione di un vocabolario greco-latino, che però non portò a termine, perché la morte lo colse prima che fosse completato, il 22 giugno 1936. La sua morte suscitò dispiacere nel cuore dei familiari e di chi gli era stato vicino, soprattutto degli alunni che tanto lo amavano. C'è da dire ancora che fu padre spirituale da ammirare per la bontà, per quella calda umanità che mostrava di fronte a tutti.
E noi crediamo che oggi persone come Lui siano rare in questo mondo, in cui prevalgono spesso la cattiveria e lamore per il danaro, mentre lo studio va perdendo sempre più i suoi cultori.
Dorotea Ruggia
M. Antonietta Zampella
Classe 3a A