... ed altre storie
Un po' per celia, un po' per non morire
Un nuovo libro di Gerardo Vespucci
Questo nuovo volume è una raccolta di scritti vari, distribuiti e pubblicati su diversi "media" che si sarebbero persi facilmente e ...
... dei quali nessuno avrebbe potuto avere più notizie, pur essendo importanti e particolarmente significativi.
Io stesso, mentre in qualche circostanza provavo ad intessere un qualche dialogo con l'autore, che seguivo anche su FaceBook, ricevevo sempre indicazioni concrete e illuminanti ma mai avrei pensato che, proprio quando dedicava il suo tempo a me, lo faceva anche ad altri ed elaborava concetti e teorie che distribuiva qua e là su giornali, riviste, social media.
È, in ogni caso, un libro importante, che dovrebbe essere letto dal maggior numero possibile di persone perché contiene non solo notizie delle attività dell'autore ma soprattutto riflessioni e concetti, a volte accompagnati da profondi spunti psicologici, che coinvolgono e fanno meditare.
Oltre alla passione, alla lucidità e al coinvolgimento dell'autore, emerge dalla lettura di questo suo nuovo scritto, l'ostinazione con la quale ancora continua a inseguire quella che egli considera la sua missione: l'impegno politico volto ad analizzare la drammatica situazione del territorio dell'Alta Irpinia e quindi tentare di individuare possibili soluzioni agli annosi problemi che lo attanagliano; l'analisi del mondo della scuola, non solo a livello locale, al fine di migliorare le sue condizioni, nonché le riflessioni culturali volte all'individuazione di possibili vie di uscita dalla generale confusione in cui siamo precipitati.
Spesso mi chiedo: come fa ad insistere in questa sua attività di ricerca, costruzione, stesura di idee, di analisi e di scritti che tendono a risvegliare le menti dei suoi conterranei, nonostante le delusioni conseguenti agli scarsi riscontri e la situazione sempre più deludente che si afferma nelle nostre terre e nell'intero mondo?
Indubbiamente possiede una mente ferrea, una volontà e una costanza che gli fanno onore e che coloro ai quali sono rivolte le sue considerazioni non meriterebbero nemmeno. E, difatti, è più apprezzato e seguito in altri luoghi e da altre menti che ne apprezzano idee e argomenti.
Ma è certo che, d'altra parte, non ci si può arrendere allo stato delle cose e alla piega che specialmente il mondo politico ha determinato per questi luoghi pressoché abbandonati a se stessi, buoni solo per racimolare quattro voti quando c'è qualche consultazione elettorale e, in fondo, per l'intero mondo. Non si può costringere la mente a non riflettere, magari per trovare qualche nuova ispirazione, facendo tesoro proprio delle delusioni e dei rifiuti che tanti ignavi gli sbattono in faccia.
È il caso di citare, in effetti, un passo della presentazione riportata in quarta di copertina:
«... il libro, pertanto, vuole indicare i motivi per cui non bisogna arrendersi e sottolinea i rischi di una rinuncia progressiva al pensiero critico che scivola pian piano verso la soppressione della libertà di pensiero.
Infine, come si fa non apprezzare le seguenti parole che l'autore ci dona, praticamente in chiusura del suo lavoro, facendo riferimento ad importanti autori, classici e moderni, esperti di emozioni, sentimenti e consapevolezze?
«E così possiamo riprendere il cammino, fiduciosi che, prima o poi, una nuova umanità, scevra da arroganza e consapevole di essere parte della natura, possa riportare alla gioia di vivere assieme».
Ecco che, per quanto inascoltata, rimane, allora, una delle poche voci che con caparbietà, se non testardaggine, riesce ad infondere una qualche speranza o, almeno, a farci riflettere, e a chiamare coloro che conservano un po' di lucidità ad un impegno e un coinvolgimento che non possono e non debbono mai mancare.
Il libro si può acquistare contattando l'editore Urbone Publishing.
Nell'immagine di copertina:
Allegoria del Cattivo Governo
Sulla parete ovest della sala della Pace [Museo Civico di Siena] è raffigurata la Giustizia, priva del manto regale e in catene ai piedi della Tirannide, immagine evocativa di rimandi infernali, al pari di quelle dei Vizi che la attorniano. Ai piedi dell'alta pedana che ospita il tiranno e la sua sinistra corte si dispiegano scene di soprusi e violenze nei confronti di una popolazione inerme.
Autore: Ambrogio Lorenzetti (Siena, documentato dal 1319 al 1348)