... Aniello Calcara
I sonetti dedicati a Senerchia e Pescopagano
In questa pagina vengono proposte le liriche (per la gran parte sonetti), alcune già pubblicate sul periodico "il Seminario" (queste due sul n. 3 del 2012), perché le riteniamo particolarmente interessanti. Ci ...
... sembrano davvero appropriate e sembrano quasi "fotografare" tutti i paesi per ciò che li ha caratterizzati nei secoli.
Cenni biografici
Mons. Aniello Calcara (1881 - 1961), prelato.
Laureato in lettere e filosofia, venne ordinato sacerdote nel 1903. Fu rettore degli studi al seminario di Sulmona, arcivescovo di Conza, S. Angelo dei Lombardi e Bisaccia dal 1937; arcivescovo di Cosenza dal 1940 alla morte. Tra le sue pubblicazioni si ricordano I Canti di giovinezza; Il Poema dell'anima; Joachin; Il Serafico Amore; Il Problema Morale.
Premessa alla pubblicazione su "il Seminario"
Nell'agosto 1940 Mons. Aniello Calcara, Arcivescovo di Conza e Vescovo di S. Angelo dei Lombardi e Bisaccia, nonché Presidente dei Poeti cattolici italiani, si congedò dalle popolazioni dell'Alta Irpinia con un opuscolo di liriche dal titolo "La mia Corona”. Si congedò lasciando un vivo rimpianto e come ebbe a dire, lo stesso presule, con un "se" si trasferiva a Co-se-nza.
Le liriche sono 36; in gran parte dedicate ai paesi delle tre Diocesi e, perciò, con destinatari diversi.
Sono composizioni poetiche in cui, con poche pennellate fa trasparire i suoi sentimenti più alti generati da un impulso interiore.
È un "dono di poesia" pervasa di tenerezza, gratitudine e ammirazione per le nostre comunità.
Per farne partecipi i nostri abbonati, riteniamo cosa utile pubblicarle periodicamente, una o due per Volta.
L’ALVEARE
A Senerchia
Visto ho a Senerchia in giro a un alveare
sciame volar con un vago brusio,
quasi il biondo tesoro a riguardare,
0 a confidar sommesso un suo desio.
Spazio
Ho visto poi, corona dell‘altare,
popolo immenso, in sua letizia pio,
per vera vita e gioia ricercare,
volare al Tabernacolo di Dio:
Spazio
e tornarne col cuor casto e fedele
in luce pin] che di vergine cera,
in dolcezza maggiore che di miele;
Spazio
e vivere cosi nell’infinita
gioia che dona all’anima sincera
l’alveare divino della Vita.
L’ALTERNA VICENDA
A Pescopagano
Pescopagano dalle aeree cime
guarda sdegnosa il piano e la radura,
ma ad essi versa da sue fonti opime
Ie dovizie che a lei diede natura;
Spazio
ché sa, guardando a sue memorie prime,
le fortune alternarsi alla sventura,
sorger chi giace e soggiacer chi opprime:
anche se alletta, bene uman non dura.
Spazio
Spesso le arride il ciel, ma Ia procella
tutta l‘avvolge poi di vento e gelo,
accendendo desio d’alba piu bella.
Spazio
Eterno é sol frutto di eterno stelo;
e, se la terra tutte orme cancella,
l‘anima guarda al porto suo nel cielo.
Spazio