... Aniello Calcara
Le liriche "Per i miei seminaristi" e "A Materdomini"
In questa pagina vengono proposte le liriche (per la gran parte sonetti), alcune già pubblicate sul periodico "il Seminario" (queste due sul n. 2 del 2013), perché le riteniamo particolarmente interessanti. Ci ...
... sembrano davvero appropriate e sembrano quasi "fotografare" tutti i paesi per ciò che li ha caratterizzati nei secoli.
Cenni biografici
Mons. Aniello Calcara (1881 - 1961), prelato.
Laureato in lettere e filosofia, venne ordinato sacerdote nel 1903. Fu rettore degli studi al seminario di Sulmona, arcivescovo di Conza, S. Angelo dei Lombardi e Bisaccia dal 1937; arcivescovo di Cosenza dal 1940 alla morte. Tra le sue pubblicazioni si ricordano I Canti di giovinezza; Il Poema dell'anima; Joachin; Il Serafico Amore; Il Problema Morale.
Premessa alla pubblicazione su "il Seminario"
Nell'agosto 1940 Mons. Aniello Calcara, Arcivescovo di Conza e Vescovo di S. Angelo dei Lombardi e Bisaccia, nonché Presidente dei Poeti cattolici italiani, si congedò dalle popolazioni dell'Alta Irpinia con un opuscolo di liriche dal titolo "La mia Corona”. Si congedò lasciando un vivo rimpianto e come ebbe a dire, lo stesso presule, con un "se" si trasferiva a Co-se-nza.
Le liriche sono 36; in gran parte dedicate ai paesi delle tre Diocesi e, perciò, con destinatari diversi.
Sono composizioni poetiche in cui, con poche pennellate fa trasparire i suoi sentimenti più alti generati da un impulso interiore.
È un "dono di poesia" pervasa di tenerezza, gratitudine e ammirazione per le nostre comunità.
Per farne partecipi i nostri abbonati, riteniamo cosa utile pubblicarle periodicamente, una o due per Volta.
AL REDENTORE
Per i miei seminaristi
Signor, son tuoi: dalle terrene aiuole
tu li cogliesti tenerelli fiori,
per trapiantarli qui, a’ bei tepori
dell’amor tuo che sol per sé li vuole.
Sian forza e lume e fuoco le parole
del tuo celeste Cuore a questi cuori,
perché dai primi lor tepenti albori
sorga un meriggio di fulgente sole.
Signor, son tuoi: se spunta qualche rovo
a trafigger lor carne miserella,
consacrino il dolor nel tuo martirio;
e in Te vivranno con affetto novo:
è il Sacerdozio, se virtù lo abbella,
d’amore e di dolor dolce delirio.
LA CELESTE
SCOLTA D’IRPINIA
A Materdomini
Il tempio è questo, ove innalzò suo trono
la madre del Signor, Vergine eletta
a schiudere la porta benedetta
del paradiso all’uom rifatto buono.
Ed Ella mostra all’uom, supplice e prono
nel desiderio che la grazia affretta,
del Figliuol suo l’imagin piccioletta,
di Lui che s’offre a prezzo del perdono.
Madre di Dio, Madre dell’uomo, ascolta
i palpiti che pulsano nel cuore
per grande amore e per grande dolore;
e, dell’Irpinia ognor vigile scolta,
dal Figlio implora con supplice viso
che il dolore e l’amor cangi in sorriso.
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