Siamo ormai vicini al Natale, la festa più sentita e celebrata, e noi cerchiamo di rendere luminose le notti più lunghe dell’anno con migliaia di luci che dovrebbero creare un’atmosfera gioiosa nei nostri paesi e ...

Nei mesi scorsi si pensava che anche quest’anno, a causa della crisi energetica che si è abbattuta sui nostri paesi, non ci sarebbero stati i soliti addobbi luminosi nelle città anche come segno di solidarietà con quelli che soffrono in modo terribile, soprattutto in Ucraina, in Israele, in Palestina, ecc.. Ma poi tutto è stato predisposto come gli altri anni.

Non ci indigniamo più per le guerre, per i migranti che continuano a morire nel Mediterraneo e sulle fredde rotte europee, per la persecutoria oppressione delle donne in Iran, per i maltrattamenti subiti dai carcerati nelle nostre prigioni.

Non fa eccezione il nostro paesello dove le luci, in verità quest'anno piuttosto misere, addobbano strade e piazze desolatamente vuote, come testimoniano le immagini riportate più in basso.

Ma come si può celebrare Natale senza essere consapevoli di queste realtà in cui siamo immersi e delle quali in certi casi siamo anche responsabili?

Come si fa a viverlo come se nulla fosse?

Per fortuna il Natale non è solo una festa per Gesù che nasce: è soprattutto una festa per il Messia che viene a portare giustizia, liberazione, pace per tutte le vittime della storia, per tutti quelli che desiderano, invocano, attendono un cambiamento della loro condizione; a reintegrare nella pienezza della vita tutti quelli che ne sono privi, è festa di speranza per tutti quelli che, cristiani o non cristiani, vogliono che il mondo cambi.