Ancora neve ...

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Targhe ... d'arte a ...

... Sant'Andrea di Conza

Rilanciamo da questo sito un interessante post del prof. Giuseppe Mastrodomenico, apparso su FB, con la speranza che non si perda nei meandri di quella piattaforma.

Un percorso artistico

Il cinque agosto dell’A.D. 2023 i cittadini di Sant’Andrea, stupiti, ...

... hanno visto apparire, all’improvviso, su alcuni muri delle targhe rettangolari di pietra locale, (in totale cinque) con delle frasi spacciate come ”DETTI” della cultura popolare che quasi tutti, fino a quel momento, ignoravano.

Ovvio, i tanti capannelli a chiedersi chi fossero gli artefici di questa ricerca-scoperta. Tranne alcuni "illuminati", nessuno ha mai sentito nominare questi ricercatori-scopritori, e nessuno sa come e quando siano venuti in possesso di queste frasi, e perché le targhette illustrative sono state ubicate in certi luoghi e non in altri.

Non sono in dialetto locale; sono frasi in Italiano di uso corrente in qualsiasi parte d’Italia:

  • A CHI APPARTIENI?
  • IO MI AFFEZIONO LO STESSO
  • QUANTI SOLDI HAI TROVATO?
  • TI VOGLIO IMMAGINARE
  • UN FLUSSO D’ACQUA

Tanti giovani santandreani possono testimoniare che spesso e più volte, la mia età è quella che è, chiedo loro "A chi appartieni?" Oppure chiedo a mio nipote "Quanti soldi hai trovato nel salvadanaio?" Per non dire quante volte mi capita dire che è "Un flusso d’acqua" scarso o violento quando sto sotto la doccia. E da tipo sentimentale chissà quante volte avrò detto "Ti voglio immaginare" bella e pertanto "Mi affeziono lo stesso".

E chissà quanti altri, in qualsiasi parte d’Italia, in circostanze diverse e con intento diverso usano le stesse frasi!

Mi viene da osservare che in giro ci sono tanti devoti di Sant’Osvaldo, che viene onorato proprio il 5 agosto dalla Chiesa, perché nel suo regno diede visibilità e prebende a quelli che erano capaci di fondere gli elementi celtici del suo paese con quelli latini e cristiani.

Che dire? Ognuno ha diritto di guadagnarsi fama e pagnotta facendo leva anche sull’”ingenuità” di amministratori che, nell’illusione di dare lustro al proprio paese, sponsorizzano questo tipo di “pseudo-percorsi artistici” che nulla hanno a che fare con la tradizione popolare.


Immagini delle lapidi


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Antonio Antonacci
(da "La Fonte")

1844-1846