Questa pagina necessita di una piccola integrazione in quanto la frase finale non è più valida. Mi ha infatti contattato e, soprattutto, sono riuscito a conoscere una ragazza discendente da zio Vincenzo Russoniello che questa estate (2015) è venuta a Sant'Andrea. Si tratta di Gina Russoniello, una bellissima giovane che del suo breve soggiorno nel nostro paese ha voluto raccogliere, una volta ...
... tornata a casa, i ricordi e le impressioni in un toccante racconto che pubblichiamo in un'altra pagina (Storia di un viaggio a Sant'Andrea ...) e che raccomandiamo di leggere.
Addirittura è poi tornata con il suo fidanzato (ora marito Ankur Tiwari) l'anno successivo e ancora con i suoi genitori per la Festa Patronale nel 2019.
Storie di santandreani emigrati: Vincent Russoniello(1)
Rovistando tra le mie vecchie carte, alla ricerca della foto della mia prima comunione, mi sono imbattuto in una lettera ricevuta da mio padre il 2 novembre del 1968. Proveniva dall’America, esattamente da Scranton (Pennsylvania), ed era scritta dall’architetto Vincenzo Russoniello che si dichiarava cugino e dava notizia di essere rientrato a casa di ritorno dall’Italia. Riferiva anche che “… i pochi minuti passati nel paese nativo riportarono tante memorie di fanciullo …” ed era contento di aver rivisto mio padre. Ricordavo molto vagamente la venuta di un parente in quegli anni ma facevo confusione con un altro episodio simile e comunque non mi spiegavo l’origine della parentela con un Russoniello. Ovviamente ho subito cercato di chiarirla e ho pensato bene di farlo tramite Internet. La banale immissione di “Vincent Russoniello” nella casella di un motore di ricerca mi ha dato subito, come prima risposta, la biografia della persona cercata e della quale (tradotta, alla meglio, dall’Inglese) ritengo interessante riportare alcuni brani.
NOTA BIOGRAFICA (redatta da David H. Sutton, dicembre 1985)
Vincenzo Russoniello nacque a S. Andrea di Conza, Avellino, Italia nel 1890. Suo padre, Luigi, era un perito agrimensore abilitato e inoltre riscuoteva le tasse per incrementare le sue entrate. Quando Vincenzo era dodicenne suo padre emigrò negli Stati Uniti, sistemandosi alla fine a Scranton, Pennsylvania, dove trovò un impiego come contabile in una locale banca di proprietà di italiani. Nel frattempo, Vincenzo lasciò una scuola tecnica di Amalfi [? probabilmente era Melfi], per la scarsità di mezzi, ma i suoi studi di agrimensura e topografia stimolarono in lui un vivo interesse nel disegno.
Dopo tre anni in America, Luigi Russoniello richiamò la sua famiglia. Nel 1905 Vincenzo arrivò a Scranton con sua madre, fratello e sorella. Frequentò la scuola pubblica per un breve periodo, ma dopo un paio d’anni cominciò a lavorare con altri immigranti Italiani presso una cava di pietra vicino a Nicholson, Pennsylvania, appartenente alla Carlucci Cut Stone Company di Scranton. Inizialmente, Vincenzo imparò a tagliare e preparare la pietra così come proveniva dalle cave; in seguito passò nel laboratorio delle pietre di Scranton dove tagliò i blocchi secondo le specifiche e aiutò a mettere in opera le pietre nei siti di costruzione. Infine, dietro le insistenze di sua madre, assunse una posizione non remunerata nell’ufficio dove imparò a fare disegni di progetto e piani di taglio delle pietre.
All’incirca nel 1908, Russoniello iniziò a seguire un corso di architettura della International Correspondence School (ICS) e dopo circa due anni fu assunto come disegnatore da John J. Howley, architetto di Scranton. Continuò i corsi ICS nei residui di tempo e li completò all’incirca nel 1913. Il lavoro a tempo pieno per Howley, tuttavia, gli fornì l’opportunità di affinare le sua abilità nel disegno e di conseguire una conoscenza diretta dell’architettura come professione.
Dopo diversi anni di esperienza, Russoniello [… aprì uno studio in proprio …]. Ricevette numerosi incarichi da parrocchie di grande livello nazionale in Scranton e in altri luoghi, e progettò oltre 300 case e locali commerciali nella città e nel territorio circostante.
Le maggiori e più complesse strutture furono qualcosa come venti chiese costruite negli anni ’20, ’30 e ’40. Grazie alla sua esperienza con le pietre, e alla presenza in Scranton di uno scultore italiano che importava marmi italiani, Russoniello divenne presto esperto nel progettare chiese uniche ed imponenti. L’erezione della Chiesa Cattolica Romana di S. Patrizio a Wilkes Barre nel 1929-1930 fu tipica. La dimensione e la disposizione prevista di ciascuna pietra era determinata prima che fosse impartito l’ordine allo scultore A. N. Russo. Soprintendeva all’estrazione, taglio e imballaggio di ciascuna pietra a Carrara, Italia, che veniva poi spedita per nave a New York e per ferrovia a Scranton. Immigranti italiani, scalpellini, muratori, e manovali, assemblavano l’edificio come un puzzle gigante intorno alla struttura d’acciaio che Russoniello e l’ingegnere Fred De Wilde progettavano per il lavoro. Fregi e statue venivano realizzate in Italia per conformarle ai motivi generali in accordo all’architetto e al suo pari. La combinazione del talento progettuale di Russoniello e l’abilità dei lavoratori produssero risultati veramente piacevoli e portarono a contratti con altre parrocchie nella regione. Nel 1949, Vincenzo Russoniello si associò in affari con il figlio maggiore Luigi, che, dopo il servizio [militare] durante la II Guerra Mondiale completò la formazione in architettura presso il Massachusetts Institute of Technology. Luigi portò nuova vita e progetti tecnici attuali nello studio, contribuendo molto alla sopravvivenza dell’impresa familiare. Padre e figlio continuarono come soci fino alla morte di Vincenzo nel 1980. Al 1986, lo studio è ancora in attività. Il figlio di Luigi, Daniele, diventò anche architetto, lavorando in Philadelphia.
In aggiunta a una carriera da architetto di successo, Vincenzo Russoniello fu un membro ben noto della comunità italiana di Scranton. Fu membro della Chiesa Cattolica Romana di S. Lucia, che aveva progettato, e membro fondatore della Società Letteraria Vittorio Alfieri. Appartenne a diverse altre organizzazioni italiane comprese United Italian Societies, San Rocco's St. Angelo's and Ricciotti Garibaldi Societies. Funse da direttore dello Scranton chapter of UNICO National, e fu segretario finanziario del ramo di Scranton dei Foresters of America. Nel 1915, si era sposato con Maria Cassese di Weymouth, Massachusetts. La coppia ebbe tre figli: Luigi, Jennie e Lorenzo.
Segue poi l’elenco dei progetti, disegni e documenti vari prodotti nello studio di architettura del Russoniello e conservati presso il Balch Institute.
Altrettanto interessanti, ma stranamente assenti in queste note biografiche, risultano poi alcune righe riportate in un’altra pagina trovata su Internet, relativa alla biografia di Frank Carlucci I, nativo di Santomenna, che diede al Russoniello il primo lavoro e che era nonno dell’omonimo illustre nipote (tra l’altro Vice Direttore della CIA e Segretario alla difesa americana). In tale pagina si trova la conferma del servizio prestato da Vincenzo presso i Carlucci e persino una ricevuta dei compensi percepiti:
“... Gli archivi del Russoniello presso la Philadelphia’s Historical Society di Pennsylvania rivelano che fu assunto presso la cava Carlucci di Nicholson per 22 cent all’ora, passando poi ad una posizione gratuita di apprendista architetto presso l’ufficio del laboratorio delle pietre in conseguenza dei legami familiari ai Carlucci attraverso la famiglia Cassesse [sic], all’interno della quale alla fine si sposerà ..."
Sono anche riportate alcune frasi dello stesso Vincenzo che fanno ben comprendere le difficoltà e i sacrifici affrontati in quel periodo e di esse ritengo opportuno trascrivere almeno questa:
... Non lo dimentico mai ... Era d’inverno e la neve si stava sciogliendo e dato che stavo tagliando il buco [sulla cornice di una scuola per passare il doccione] mi stavo ammalando, febbre, e allora … dopo un sacco di pressioni qua e la, alla fine mi diedero un piccolo lavoro nell’ufficio".
Tanti sacrifici ma, in definitiva, la storia di un uomo intraprendente e di successo. Non mi era ancora chiara però l’origine della nostra parentela: se fosse per parte di nonno o di nonna (paterni)! Ho cercato allora di risalire all’emigrazione della famiglia Russoniello. È stato facile trovare che Luigi Russonielo, padre di Vincenzo, si era imbarcato a Brema ed era arrivato a New York il 22 luglio 1903 con la nave Friederich der Grosse ma del successivo arrivo di Vincenzo e del resto della famiglia nulla! Ho pensato allora di puntare sulla madre ipotizzando che fosse una Cardone, come mia nonna “Angioletta”. Ho trovato così che si trattava di Giovanna Cardone partita da Napoli con la nave Il Piemonte e arrivata a New York, coi figli Pasquale, Concetta e Vincenzo, il 28 marzo 1905. Ho appurato poi che effettivamente era nata dai miei bisnonni Gaetano Cardone e Sabina Taddeo nel 1863.
Non credo sia necessario aggiungere altro, se non che mi dispiace di non riuscire a contattare qualche discendente della famiglia, mio parente neppure tanto lontano.
Rosario Cignarella
(1) Questo articolo è stato già pubblicato sul periodico "il Seminario" della Parrocchia "San Domenico", IV Trim. 2010 - A. XIV, n. 4.