... Sant'Andrea di Conza
Davvero storica quest'altra fotografia, gentilmente fornita dall'amica A. S., e, crediamo, non solo per quanti simpatizzarono per la Democrazia Cristiana.
In essa, infatti, sono riconoscibili i fondatori e quasi tutti i componenti "storici" del partito che tanta parte svolse nella vita del nostro paese.
A partire dal cartello col nome del paese, retto da Rocco Gallucci (Barber Rocky), si riconoscono, a destra: in alto Michele Malanga, poi, più in basso, Vallario Donato (zi Tuccio), il Sindaco Francesco Iannicelli, Silvio Sessa, Pompeo Russoniello, Rocco Strollo (con la ...
... bandiera), Michelangelo Vallario, Pasquale Malanga (l'organista) e all'estrema destra Alfredo Mauriello.
A sinistra dell'insegna: Ferdinando Villani, Michelino Sessa, Peppino Cardone, persona non riconosciuta, Leonardo D'Angola (lu maestro Nardino) altri non riconosciuti e nella fila posteriore Michele Tribuzio, Emilio Malanga, Raffaele Santorsola (fratello di Raffelina) e dopo altri 5 (non riconosciuti) Gerardo Fiore.
In ginocchio, a destra del più giovane, Michelino (di Ciccillo) Bellino, Gaetano Scolamiero (Laustegna), Vincenzo Vallario (di Chelina di Ruccia). A sinistra di Michelino, Mario Perriello (papà di Salvatore) e (sembra) Raffaele Restaino.
Questa rappresentanza della D. C. santandreana partecipò all'Assemblea popolare del partito che si svolse nella Piazza del Plebiscito a Napoli nel dicembre del 1954.
Dopo una facile ricerca è stato possibile trovare un brano(1) di storia della D. C. che fa onore a quanti vi aderirono, perché chiarisce lo spirito, che allora la animava, e fornisce qualche dettaglio sulla manifestazione, e che si ritiene opportuno riportare qui di seguito.
[...] In qualità di Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana, Fanfani diede vita ad una grande iniziativa politica a favore del Mezzogiorno che chiamò [...] «Assemblea delle rappresentanza popolari del Mezzogiorno e delle Isole». Infatti, a partire dal 1954, ogni anno organizzò, in una importante città del Mezzogiorno, questa Assemblea delle rappresentanze popolari per fare un bilancio di un anno di lavoro in parlamento e nel governo per lo sviluppo economico, sociale e politico del Mezzogiorno, indicando, al tempo stesso, azioni ed obiettivi da perseguire nel nuovo anno(2).
Questa iniziativa, per Fanfani, significò anche un'occasione per ribadire che il Mezzogiorno doveva essere collocato sempre al cento della riflessione e del dibattito che la classe dirigente d'ispirazione cattolica andava promuovendo nelle sedi istituzionali e nel Paese. Il che significava ribadire l'impegno d'onore di fare della questione meridionale un problema nazionale, da risolvere nell'interesse di tutto il Paese e con la partecipazione di tutti i cittadini. Infatti, nel discorso di chiusura del secondo consuntivo dell'azione della Democrazia Cristiana nel Mezzogiorno, che rappresenta il documento di maggiore importanza circa il pensiero dello statista aretino sui problemi del Mezzogiorno, Fanfani affermò, senza alcuna esitazione o tema di smentita, che l'azione dei governi presieduti da uomini politici di formazione cattolica nel decennio 1945-1955 si era concretata nell'autonomia regionale alla Sicilia e alla Sardegna; negli enti di irrigazione della Puglia e del Flumendosa; nei provvedimenti per la Riforma Agraria in Sila, in Sicilia, in Sardegna, nel Molise, in Campania, in Lucania e in Puglia; nella legge per la Cassa del Mezzogiorno; nell'aver riservato al Mezzogiorno un terzo del piano-case; nei provvedimenti per l'industrializzazione; nella legge per la Calabria.
Di questa vasta azione d'intervento nell'area a Sud del Paese era stata protagonista - secondo Fanfani - la Democrazia Cristiana. Infatti, il Congresso di Napoli del novembre del 1947, il Consiglio Nazionale del maggio 1948, il Congresso di Venezia del giugno 1949, il Congresso di Napoli del giugno 1954, il Convegno di Roma per le zone depresse del settembre 1954, la prima Assemblea delle rappresentanze popolari del Mezzogiorno a Napoli del 19 dicembre 1954, avevano rappresentato i momenti ispiratori dei programmi di governo e delle azioni di partito.
Per Fanfani, la D. C. non avrebbe dovuto mai rinunciare alle sue originarie preferenze per la povera gente. Suo compito era, infatti, quello di recuperare quest'ultima a dimensione di vita civile mediante l'attuazione di riforme sociali ed economiche e, soprattutto, creare le premesse per la collaborazione di tutti i ceti al lavoro comune al fine di svolgere una loro specifica funzione nel processo di sviluppo democratico del Mezzogiorno.
[...]
(1) Diomede Ivone, Meridionalismo cattolico (1945-1955), Milano, 2003.
(2) Bisogna anche tenere conto che all'epoca non esistevano, oltre che qualche giornale, efficaci mezzi di comunicazione [N.d.R.].