... Conza
Riportiamo di seguito un breve articolo inviatoci dell'amico archeologo Dott. Antonio Pugliese che cerca di dare nuova luce ad un altro "gioiello santandreano" quasi da tutti trascurato e ignorato. Segnaliamo inoltre la nostra annotazione finale.
Guardiano della memoria
Il manufatto, utilizzato come elemento di reimpiego, è situato ad immediato ridosso della fontana monumentale ...
... di Piazza Umberto I(1).
Si tratta di un monumento funerario realizzato in pietra calcarea locale (breccia irpina) raffigurante un leone a grandezza quasi naturale. La scultura, logorata dal tempo e fuori dal contesto al quale era destinato, che tuttora rimane ignoto, doveva presentarsi in posizione eretta, con la testa volta leggermente a sinistra, le fauci spalancate e gli occhi incavati; mutilo della coda e privo delle zampe, la parte anteriore si presenta a raggera con ciocche definite da striature (v. foto). La fiera, raffigurata in posizione di attacco, rientra nello schema A definito da Mansuelli(2).
Il leone, a cui faceva probabilmente da pendant una figura similare di cui non vi è traccia, costituiva l'apparato decorativo di un sepolcro monumentale e si caratterizza per un forte significato simbolico, assolvendo la funzione di custode del sepolcro, nonché di guardiano nobile dell'estinto.
Per gli elementi iconografici e di stile, l'esemplare rientra senza dubbio nella serie di quelle sculture leonine a tutto tondo di grandi dimensioni, derivate da modelli greci e microasiatici della tarda classicità, documentati sia al nord che nel centro-sud della penisola e risalenti ad un periodo compreso tra il 50 a.C. e il II sec. d.C.(3).
La scultura, opera probabilmente di una maestranza specializzata attiva a Compsa e nel suo territorio, trova confronti con due esemplari ormai scomparsi rinvenuti in un fondo agricolo in loc. Piano delle Briglie, all'interno del territorio di Conza della Campania(4); un leone a grandezza quasi naturale staziona anche davanti al palazzo municipale di Lioni.
Ulteriori produzioni di questa tipologia sono attestate, inoltre, in area apulo-lucana(5) ed anche in quella campano-sannitica(6).
Bibliografia
- Bianchi Bandinelli 1970: R. Bianchi Bandinelli, Roma. La fine dell'arte antica, Milano 1970.
- Cappelletti 1982: M. Cappelletti, La necropoli romana, in Saepinum, Museo documentario dell'Altilia, Campobasso 1982, pp. 179-184.
- Fariello, Lambert 2009: M. Fariello, C. Lambert, Il territorio di Abellinum in età tardoantica e altomedievale: dati archeologici e documenti epigrafici, in La Campania fra tarda antichità e alto medioevo. Ricerche di archeologia del territorio. Atti della giornata di studio, Cimitile, 10 giugno 2008, a cura di C. Ebanista, M. Rotili, Cimitile 2009, pp. 449-73.
- Gargano 1934: G. Gargano, Ricerche storiche su Conza antica, Lioni 1934.
- Mansuelli 1956: G.A. Mansuelli, Leoni funerari emiliani, in RM, 63, 1956, pp. 66-89.
- Marini Calvani 1980: M. Marini Calvani, Leoni funerari in Italia, in BdA, LXV, 6, VI, 1980, pp.7-14.
- Todisco 1986: L. Todisco, Leoni romani in Daunia, in RendLinc, XLI, 1986, pp. 165-182.
- Todisco 1987: L. Todisco, Leoni funerari di Luceria, in RendLinc, XLII, 1997, pp. 145-156.
- Todisco 1994: L. Todisco, Scultura antica e reimpiego in Italia meridionale, Bari 1994.
- Todisco 1996: L. Todisco, La scultura romana di Venosa e il suo reimpiego, Roma 1996.
- Todisco 2018: L. Todisco, I leoni funerari romani di Benevento e dell'Irpinia, Roma 2018.
Antonio Pugliese
Note
1 - Sull'esemplare scultoreo di Sant'Andrea di Conza, cfr. Fariello, Lambert 2009, p. 58, n.34; da ultimo, Todisco 2018, p. 23.
2 - Cfr. Mansuelli 1956, pp. 66-89.
3 - Cfr. Bianchi Bandinelli 1970, pp. 163-164; Marini Calvani 1980, pp.7-14.
4 - Sui leoni funerari di Conza si veda Gargano 1934, p. 43.
5 - Leoni funerari a tutto tondo sono documentati a Venusia, Ausculum, Luceria, Canusium; sui leoni funerari di Venosa si veda Todisco 1996, in particolare pp. 22-40; sulla produzione di tali sculture in Daunia cfr. Todisco 1986, pp. 165-182; Todisco 1987, pp. 165-182; Todisco 1994, pp. 99-139.
6 - Tra gli esemplari meglio noti è possibile ricordare i leoni funerari di Pompei, presso il sepolcro degli Stronnii a Porta Nocera, quelli di Benevento e di Sepino; cfr. Maiuri 1965, p. 355, fig. 383; Marini Calvani 1980, p. 9 e figg. 11-12; Cappelletti 1982, pp. 179-184; Todisco 2018, pp. 13-21.
Annotazione finale
Ci preme alla fine ribadire quanto già riportato nella pagina L'arte di Sant'Andrea di Conza anche a Muro Lucano cioè che uno dei tre leoni posti ai margini della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Muro Lucano (precisamente quello a destra dell'ingresso) è abbastanza simile al leone posto nella nostra Piazza Umberto I, a guardia della Fontana pubblica. A parte la somiglianza, l'ubicazione di quei leoni ci fa ipotizzare che anche il nostro leone possa essere stato sistemato dov'è attualmente solo in epoca recente e che, anch'esso proveniente da qualche antica tomba, possa essere stato riutilizzato nei pressi di qualche Chiesa (di quella Matrice o, meglio, del Campanile, come qualcuno ha riferito) e quindi definitivamente sistemato in Piazza.
Soprattutto, facciamo appello a chiunque avesse ulteriori notizie di riferirle, magari inviandoci un'