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Il valore dell’amicizia per ...

... un adolescente

Da 'il Seminario' n. 1/2023

L’adolescenza è un treno inaspettato: corre e ti investe senza lasciare tempo per nessuna esitazione. Da un giorno all’altro ci si ritrova costretti ad organizzare la propria fetta di tempo tra tutti ...

... gli impegni, e ogni aspetto della vita si amplifica. L’infantile sicurezza di pensare di sapere lascia spazio ad una più matura consapevolezza di non sapere: ogni fondamento di certezza viene cancellato, generando in questo modo un continuo bisogno di ricerca.

Ma soprattutto essere certi di non sapere, continuare a pensare e rivalutarsi in continuazione genera un naturale senso di impotenza, di inadeguatezza e di solitudine. Un modo per sfuggire a questi sentimenti è quello di essere certi che ci sono delle persone al tuo fianco, persone che provano le tue stesse sensazioni, che come te pensano, ridono e amano. L’amore è la chiave per uscire dalla paura primordiale di essere soli: è il tentativo di fondersi con altre persone per comprendere sé stessi sempre meglio. E l’amore va inteso nel senso generale come rapporto profondo: infatti non si limita al legame all’interno di una coppia di fidanzati, ma si estende anche a quello tra due conoscenti, o una persona e un animale, o una persona e un dio; un rapporto di affetto reciproco, che per essere distinto dall’amore passionale è anche chiamato amicizia.

L’adolescente è per la prima volta diviso dal grembo materno, e per la prima volta ha a che fare con il timore di essere soli. Così l’amicizia diventa un modo per vincere la solitudine: mi sento solo, ma come me ci sono anche altre persone, che ascoltano, amano e capiscono. La conoscenza reciproca è il mezzo per raggiungere in profondità l’altro: conoscendola, anch’io divento un po’ quella persona, e posso capire come si sente, come vede le cose, come aiutarla quando serve.

Conoscere è ciò che ci dà senso, che ci distingue dal resto: vivendo si creano legami unici tra le persone, legami sempre più numerosi e sempre più forti; ogni pezzo di questi legami è la prova che la solitudine può essere abbattuta. Spesso l’amicizia è strumentalizzata, abbassata a metro di giudizio: il caso dei social. Lì diventa competizione, lavoro, un modo per guadagnare.

Ma l’amicizia è incondizionata, è un atto di fede, è qualcosa più che un numero: è conoscenza, è un punto di riferimento, è un movimento di anime. Quindi c’è una netta differenza tra un’amicizia intesa come popolarità e l’amicizia vera: mentre la prima si limita alla superficie della persona, l’altra scava fino all’essenza di questa. E non prevede gesti meccanici, non si può comprare: bisogna impegnarsi attivamente per la crescita di questo legame e bisogna imparare. È fondamentale sapere che prima di amare qualcuno bisogna amare sé stessi. Altrimenti, l’amicizia o l’amore per qualcun altro diventa un tentativo disperato di essere quel qualcun altro, di allontanarsi da sé stessi e trovare rifugio altrove.

Se l’amore è nell’atto di conoscersi, vale la massima socratica che dichiara “conosci te stesso”: devi amare te stesso, devi accettarti per ciò che sei, devi capire di non essere inadeguato. E così, i problemi dell’adolescenza vengono risolti: quel senso di impotenza, di inadeguatezza e di solitudine si eclissa davanti ad un nuovo, maturo senso di confidenza, di risolutezza, di pienezza, che avviene per mano delle esperienze che si provano, delle persone che si conoscono e degli amici.

Michele Zampella


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