... Michele a Sant'Andrea di Conza
Un cantiere di restauro impegnativo
Da 'il Seminario' n. 4/2022
I buoni propositi, si sa, spesso non si realizzano nei tempi e nei modi auspicati. Per la Pro-Cattedrale di San Michele le cose sono ...
... andate proprio così: l’auspicata riapertura nel corso della scorsa estate non è giunta a buon fine, lasciando certamente l’amaro in bocca a chi aspettava con ansia di poter varcare il portone del sacro tempio per immergersi nella solenne maestosità del tempio dedicato al principe delle milizie celesti. Facciamo allora il punto della situazione.
I lavori di restauro strutturale, finanziati dalla C.E.I., ovvero dalla Conferenza Episcopale Italiana, con fondi provenienti dal gettito dell’Otto per mille destinato alla Chiesa Cattolica, e avviati nel 2020, sono stati conclusi nel corso dello scorso anno 2022. Questo risultato, come accennato, aveva fatto sperare in una veloce riapertura al culto del sacro edificio, ma la cosa non è stata possibile perché rimaneva sospesa la parte più impegnativa e indispensabile per la riapertura e cioè il recupero ed il restauro del ricco patrimonio storico artistico che lo impreziosiva e che, per alterne vicende, era stato rimosso e messo a deposito. Pur- troppo per far fronte a questi impegnativi lavori mancava la copertura finanziaria. Questo non ha impedito, tuttavia, di avviare alcuni interventi di recupero.
Con grande sacrificio, infatti, sono stati reperiti dall’Ufficio Diocesano Beni Culturali i fondi necessari per restaurare e rimontare, nella zona absidale, l’antico altare maggiore marmoreo, che era stato malamente rimosso all’indomani del Concilio Ecumenico Vaticano II, sulla scia del rinnovamento liturgico allora avviato. Questo prezioso manufatto, che nella sua imponenza oggi troneggia nella chiesa restaurata (vedi foto), testimonia in pieno lo stile tardo neoclassico che caratterizza l’intero edificio sacro. Il risultato ottenuto ha del prodigioso! Infatti gli elementi dell’altare, dopo lo smontaggio fatto oltre cinquant’anni fa, erano stati accantonati alla rinfusa in un locale terraneo del Seminario da dove sono stati recuperati in uno stato di conservazione pietoso. Molti pannelli marmorei erano spezzati o mancanti di parti significative, altri, come gli scalini frontali, frantumati in diversi pezzi. Il paziente lavoro di restauro ha permesso il recupero di ogni più piccolo frammento per riportare l’opera allo splendore originario. Nel contempo è stata restaurata e rimontata anche la coeva balaustra marmorea, ugualmente smontata nello stesso periodo. Anche in questo caso il lavoro di ripristino ha dovuto affrontare problematiche difficili, per il riutilizzo arbitrario di alcuni elementi, impiegati negli anni settanta del secolo scorso per la realizzazione dell’altare rivolto al popolo, che aveva sostituito quello tridentino originario. Ma l’opera di recupero non si è fermata qui!
Nei depositi del seminario sono stati ritrovati anche molti altri pezzi marmorei che, dopo un’attenta analisi, si è compreso fossero quelli degli altari laterali di San Michele. Infatti quando l’arcivescovo Gregorio De Luca negli anni del suo episcopato (1850 – 1878) aveva ristrutturato la Pro-Cattedrale, conferendole lo stile attuale, l’aveva dotata anche di nuovi altari laterali, così come aveva fatto per la cattedrale di Conza. Dovevano essere almeno quattro. Questi furono rimossi all’epoca dell’arcivescovo mons. Tommasi (1897-1936) e collocati, uno nella Cappella del Cimitero di S. Andrea di Conza, un altro nella Cappella interna del Seminario Metropolitano, realizzata per disposizione di questo stesso Presule e per suo volere dedicata al Sacro Cuore di Gesù, e il terzo, sempre all’interno del Seminario, in quella che era la Cappella delle Suore, ricavata in un’ala del chiostro ed eliminata con i lavori di restauro post sismici. Pertanto i pezzi ritrovati si è dedotto fossero quelli dell’altare della Cappella delle Suore e di un altro messo a deposito a suo tempo. Orbene anche questi due altari sono stati pazientemente restaurati e saranno rimontati al più presto.
Per quanto riguarda, invece, il restauro di tutto il patrimonio ligneo, costituito dal Coro, dai due Confessionali e dal Pulpito, per ora si è messo mano solo a quest’ultimo. La scelta è stata fatta per il fatto che le condizioni in cui versava erano gravissime, ma il paziente lavoro di restauro iniziato sta dando ottimi risultati. Gli abili restauratori sono riusciti già a ricollocare nella posizione originaria i tantissimi tasselli lignei che componevano la tarsia recante lo stemma dell’Arcivescovo de Luca e procedono alacremente al recupero integrale dell’impialliciatura realizzata con legni pregiati. E’ superfluo rimarcare la gravissima situazione in cui versava l’opera, soprattutto a causa delle abbondanti infiltrazioni d’acqua, provenienti dalla sconnessa copertura della chiesa, che negli anni dopo il sisma l’avevano resa irriconoscibile. Attendono un intervento di recupero il cenotafio di Mons. Nicolai, l’antica Cattedra lignea vescovile, il parato in legno dorato dell’altare maggiore (candelieri, croce e palmette), i dipinti dei quattro evangelisti sui pennacchi della cupola, la balaustra della cantoria sopra l’ingresso e la sottostante antiporta lignea. Speriamo di poter trovare quanto prima i fondi necessari per il restauro di tutti questi manufatti, in modo da ridonare alla Comunità santandreana e all’intera Comunità diocesana uno dei suoi più preziosi tesori di arte e di fede.
Don Tarcisio Luigi Gambalonga